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Diritti umani: il ruolo dell’interprete di conferenza
Definire cosa sono i diritti umani non è semplice. Il Consiglio d’Europea li paragona a un’armatura, in quanto proteggono la persona. E li vuole come norme, perché dicono in che modo comportarsi.
Si tratta di concetti di per sé astratti: il Consiglio d’Europa li paragona in tal senso alle emozioni, e sono di tutti; esistono a prescindere. Rappresentano un bene prezioso, che va difeso perché possono essere violati e quindi distrutti.
Andrebbero perciò “maneggiati con cura”, cosa che sa bene un interprete di conferenza: una figura che, operando in contesti congressuali nazionali e internazionali, può trovarsi a prestare la propria voce per comunicare i diritti umani con le parole e nei modi più appropriati.
Cosa sono i diritti umani? Una panoramica concettuale
Ma cosa sono i diritti umani, esattamente? Il dibattito va avanti da ormai moltissimo tempo e interessa politici, filosofi, attivisti, giuristi e diverse altre figure ancora che dedicano la propria vita – e non solo il proprio impegno, nella maggior parte dei casi – affinché di diritti umani si parli ed essi vengano rispettati.
Una definizione chiara è però necessaria, e a tale proposito citiamo quella che ne fornisce online la Confederazione Svizzera, secondo la quale “i diritti dell’uomo sono diritti inalienabili che spettano, senza distinzione alcuna, a ogni individuo in ragione della sua condizione umana. Sono universali e fondamentali, ossia essenziali alla dignità, alla sopravvivenza e allo sviluppo umani. I diritti dell’uomo sono indivisibili e interdipendenti.”
Il documento che ha fatto da spartiacque in materia di diritti umani è stata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazione Unite del 1948, nella quale si afferma che un diritto umano è una libertà e una prerogativa fondamentale dell’individuo e che in quanto tale gli spetta sempre e comunque.
A partire dalla Dichiarazione dei Diritti Umani, i parametri basilari che contraddistinguono tali diritti sono considerati i seguenti (li abbiamo già accennati, ma ne riproponiamo una panoramica il più completa possibile):
- inalienabilità. I diritti umani esistono a prescindere, non possono essere né sospesi né limitati;
- intangibilità. I diritti umani non si vedono né percepiscono, però ci sono attivamente;
- intercorrelazione e interdipendenza. I diritti umani non possono essere trattati separatamente, essendo tra loro collegati a doppio filo. Ciò implica anche che hanno tutti la stessa importanza;
- universalità. I diritti umani valgono per tutti gli esseri umani, a prescindere da razza, sesso, colore, condizioni di disabilità, religione, malattia, opinioni politiche o qualsiasi altro fattore legato all’origine, allo status e alla nascita. Ciò implica pertanto il diritto alla diversità.
Breve (e parziale) nota storica sulle origini dei diritti umani
Di diritti umani si parlava già nel Codice di Hammurabi, presso le popolazioni mesopotamiche, nonché presso gli Antichi Egizi, dunque oltre 2000 anni fa.
Fondamentali in tal senso anche le opere di Confucio e quelle di Imam Ali Ibn Al Hussein, risalenti rispettivamente al 55 a.C. e all’VIII secolo d.C.
Parliamo di un concetto, dunque, ben più antico della Dichiarazione Universale del 1948, presente e dibattuto in tutte le culture e a tutti gli angoli del pianeta. Tra i documenti di provenienza africana, per l’esattezza dell’Africa dell’Est, meritano una menzione La Charte du Mandé (1222 d.C.) e La Charte de Kurukan Fuga (1236 d.C.).
Interprete di conferenza: l’approccio nei diritti umani
Quando al centro ci sono i diritti umani è fondamentale adottare un approccio empatico e umano, che si unisce a competenze prettamente tecniche, in particolare quelle dell’interpretazione simultanea.
Abbiamo già avuto modo di trattare questo argomento nel nostro blog in un’intervista ad Arianna Bernoi, socia di AMI e, come tutti i professionisti che fanno parte dell’Associazione di Interpreti con sede a Milano, membro di AIIC: l’unica associazione nazionale e globale a occuparsi in via esclusiva dell’interpretazione di conferenza; per saperne di più, è possibile consultare l’articolo disponibile sul nostro blog.
Arianna Bernoi, a proposito dell’esperienza maturata nell’ambito dei diritti civili afferma di aver avuto “l’onore” di prestare la propria voce per rappresentare comunità marginalizzate e di aver “sempre accolto queste occasioni con grande umiltà e grande senso di responsabilità, oltre a reputarle opportunità preziosissime di crescita umana.”
Ed è questo il senso più autentico quando si parla di adottare un approccio empatico e umano, imprescindibile in questa particolare forma di interpretariato. Di umiltà e senso di responsabilità, cogliendo l’occasione per crescere a livello personale e dunque umano, prima ancora che professionale.
Ti piacerebbe scoprire qualcosa di più sugli interpreti di conferenza di AMI e sul loro modo di lavorare nell’ambito dei diritti umani? Contattaci allo 02 86 45 04 62 oppure alla mail ami@milanointerpreti.net
credit: Freepik
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